Recensione – F. Kafka e la metamorfosi

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Oggi voglio recensire un libro che mi ha davvero colpito, non tanot pe rla storia che mi è risultata avvincente quanto per la morale. La metamorfosi è il racconto più noto dello scrittore boemo Franz Kafka. L’opera, il cui titolo in tedesco è Die Verwandlung, è stata pubblicata per la prima volta nel 1915 dal suo editore Kurt Wolff a Lipsia.

La trama

La storia comincia col protagonista che, risvegliatosi una mattina, si ritrova trasformato “in un gigantesco insetto”: la causa che ha portato ad una tal mutazione non viene mai rivelata. Tutto il seguito del racconto narra dei tentativi compiuti dal giovane Gregor per cercar di regolare – per quanto possibile – la propria vita a questa sua nuova particolarissima condizione, soprattutto nei riguardi della famiglia, i genitori e la sorella.

Recensione

Partiamo col dire che i classici non mi osno mai piaciuti, a scuola non ero certo uno studente modello e non ho mai avuto un interesse particolare per gli autori che propinavano gli insegnanti. Ritengo che un manoscritto, una poesia, un libro debbano essere letti per interesse e non per inquisizione. Detot questo passiamo al libro. Un classico di origine tedesca che mi ha davvero entusiasmato.
Il libro riesce attraverso determinati dettagli a rapire il lettore e trasportarlo in un mondo immaginario descritto come se fosse reale. Attraverso la condizione ripugnante del protagonista e la sostanziale incapacità dei parenti di instaurare con lui un rapporto umano, l’autore vuole rappresentare l’emarginazione alla quale il “diverso” viene tragicamente condannato nella società. L’insetto non simboleggerebbe altro che questo “diverso”. Credo che questo racconto abbia una sorta di introspezione, sembra essere quasi stato scritto al fine unicizzare il proprio talento esibendolo come un potere che talvolta appariva come un’arma a doppio taglio. Nel libro ci sono altri racconti dell’autore molto interessanti.
Lo consiglio vivamente a tutti coloro che amano deviare le proprie letture verso diversi orizzonti.

Antonio Cesario