La tensione tra Russia e Ucraina: sai perchè sono in guerra?

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Prima di entrare nel vivo della questione è importante capire il contesto storico e politico che ha portato alla situazione attuale. Una panoramica storica e politica è di dovere.

Panoramica Storica e politica

La tensione tra Russia e Ucraina ha radici profonde nella storia e nella geopolitica della regione. L’Ucraina ha fatto parte dell’Unione Sovietica fino alla sua dissoluzione nel 1991, e la maggior parte della popolazione ucraina ha radici etniche e culturali simili a quelle dei russi. Tuttavia, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, l’Ucraina ha scelto di diventare un paese indipendente e di allontanarsi dall’influenza russa.

La tensione tra i due paesi è aumentata nel 2014, quando la Russia ha annesso la Crimea, una regione ucraina con una maggioranza di popolazione di etnia russa. La comunità internazionale ha condannato l’annessione come una violazione del diritto internazionale e ha imposto sanzioni economiche alla Russia. Da allora, la situazione tra i due paesi è rimasta tesa, con sporadici scontri armati nella regione orientale dell’Ucraina, dove i separatisti filorussi hanno cercato di prendere il controllo del territorio.

Nel novembre 2021, la situazione è peggiorata quando la Russia ha accumulato truppe e armamenti al confine con l’Ucraina, sollevando preoccupazioni di un possibile attacco. Il conflitto tra Russia e Ucraina ha implicazioni significative per la stabilità e la sicurezza della regione e per le relazioni internazionali. L’Europa dipende in gran parte dalle forniture di gas naturale russo, e la tensione tra i due paesi ha portato oggi l’interruzione delle forniture e l’aumento dei prezzi dell’energia. Inoltre, il conflitto ha alimentato la polarizzazione politica all’interno dell’Ucraina e ha creato preoccupazioni per la sicurezza della NATO e dei suoi alleati.

Per quale motivo l’Ucraina vuole diventare parte della NATO?

L’Ucraina ha manifestato interesse a diventare parte della NATO (Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord) perché vuole garantirsi una maggiore sicurezza considerando la sua posizione geografica. La NATO rappresenta un’organizzazione di difesa collettiva tra i suoi membri, questo significa che in caso di attacco contro uno qualsiasi dei membri dell’organizzazione, gli altri membri sono tenuti ad aiutarli.

Inoltre, l’adesione alla NATO potrebbe rappresentare un’opportunità per l’Ucraina di modernizzare e riformare le sue forze armate, ricevendo addestramento e supporto tecnico dall’organizzazione. Ciò potrebbe migliorare la capacità di difesa dell’Ucraina e rafforzare la sua posizione in negoziati internazionali.

Quali sono le paure del presidente Vladimir Putin nel caso in cui l’Ucraina diventi un membro della NATO?

Il presidente russo Vladimir Putin si oppone con tutte le sue forze all’adesione dell’Ucraina alla NATO perchè questa rappresenta una alleanza militare occidentale che ha la capacità di schierare truppe e armi in vicinanza dei confini della Russia, il che potrebbe essere visto dal governo russo come una minaccia alla propria sicurezza nazionale.

In secondo luogo, l’adesione dell’Ucraina alla NATO potrebbe rappresentare una perdita di influenza per la Russia sulla sua ex repubblica sovietica e una minaccia dato che l’Ucraina è considerata dalla Russia, come parte della sua sfera di influenza storica e culturale, e l’adesione alla NATO potrebbe essere vista come un’ulteriore affermazione dell’occidentalizzazione del paese, che minerebbe la legittimità del governo russo e l’immagine del paese come grande potenza.

Putin mantiene acceso il conflitto anche a causa dei suoi interessi economici. L’Ucraina è un paese chiave per la Russia dal punto di vista economico, poiché rappresenta una via di transito cruciale per il gas russo diretto in Europa. Oggi le forniture sono state interrotte per alcuni paesi ma l’Europa continua a rifornirsi nonostante tutto dalla Russia perchè ancora troppo dipendenti. Non tutti i paesi Europei infatti sono capaci di sostenersi autonomamente.

Oggi l’Europa si rifornisce ancora di gas dalla russia?

Sì, l’Europa si fornisce ancora di gas naturale dalla Russia, sebbene negli ultimi anni ci sia stata una riduzione delle importazioni di gas russo a causa della crescente diversificazione delle fonti di approvvigionamento e degli sforzi per ridurre la dipendenza dalla Russia. Ciò include lo sviluppo di nuove infrastrutture di gas naturale, come il gasdotto TAP che trasporta il gas dal Caspio all’Europa attraverso la Turchia e l’Italia, e l’investimento nelle energie rinnovabili.

I paesi che ancora oggi si riforniscono dalla Russia sono: Germania, Italia, Turchia, Francia, Regno Unito, Austria, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria. Le sanzioni inflitte alla Russia comunque stanno influenzando positivamente l’Europa, infatti ogni paese sta studiando nuovi metodi di approviggionamento e  autosostentamento.

Le sanzioni inflitte alla Russia

Le sanzioni contro la Russia sono state imposte da vari paesi in risposta alle azioni della Russia in Ucraina e alla sua annessione della Crimea nel 2014. Le sanzioni sono state gradualmente intensificate nel corso degli ultimi anni e colpiscono diversi settori dell’economia russa, come il settore bancario, il commercio, l’energia e il settore delle armi.

L’Unione europea e gli Stati Uniti hanno adottato le sanzioni più ampie contro la Russia da quando è cominciata la crudele guerra contro l’Ucraina. Le sanzioni dell’UE includono restrizioni alle esportazioni e alle importazioni, divieti di viaggio e congelamento dei beni di alcune persone e di aziende leader russe. Gli Stati Uniti hanno adottato una serie di sanzioni simili che colpiscono principalmente il settore energetico russo e le sue aziende, tra cui la compagnia petrolifera statale Rosneft e Gazprom, la più grande azienda di gas naturale al mondo.

Le sanzioni hanno avuto un impatto significativo sull’economia russa, limitando l’accesso al finanziamento internazionale e alle tecnologie avanzate, e riducendo le opportunità di investimento per le aziende russe. Tuttavia, alcuni analisti sostengono che le sanzioni non hanno raggiunto il loro obiettivo principale di cambiare il comportamento della Russia in Ucraina e che hanno creato anche problemi per l’economia europea.

Russia o Ucraina: chi ha torto?

La situazione in Ucraina è complessa e non può essere ridotta a una singola colpa o responsabilità. Ci sono stati molti fattori che hanno portato alla crisi attuale, tra cui la politica interna ucraina, la pressione da parte della Russia e la mancanza di dialogo e comprensione tra le parti coinvolte.

Da un lato abbiamo l’Ucraina che ha subito molti problemi interni, come la corruzione, l’instabilità politica e il conflitto tra i suoi gruppi etnici e linguistici. L’Ucraina sostiene che sta cercando di difendere la propria integrità territoriale e la sua sovranità nazionale contro l’aggressione russa.

Dall’altro lato abbiamo la Russia che sostiene di proteggere gli interessi dei russi che vivono in Ucraina e che il governo ucraino è stato installato illegalmente con l’aiuto dell’Occidente.  L’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014 e il sostegno russo ai separatisti filorussi nella regione orientale dell’Ucraina hanno portato alla crisi attuale.

importante notare che entrambe le parti hanno avuto una responsabilità nella crisi e che una soluzione duratura può essere raggiunta solo attraverso il dialogo e il compromesso. La comunità internazionale, compresa l’Unione europea e gli Stati Uniti, hanno cercato di promuovere il dialogo tra le parti e di trovare una soluzione pacifica al conflitto in Ucraina. Oggi il conflitto è ancora attivo e al culmine della crudeltà perchè non è ancora stata trovata una soluzione.

Come si arriva ad ottenere la pace tra questi paesi?

La soluzione non esiste ma la logica suggerisce di accordarsi democraticamente e avanzare insieme preservando i diritti degli individui, dei paesi aspirando ad una convivenza comune. Questo però purtroppo sembra non possa e non voglia essere preso in considerazione da Vladimir Putin.

  1. Dialogo e negoziati: un dialogo aperto e costruttivo tra l’Ucraina e la Russia, con la partecipazione della comunità internazionale, potrebbe portare a una soluzione pacifica del conflitto. Questo potrebbe includere discussioni su questioni come la devoluzione del potere alle regioni, la protezione dei diritti delle minoranze e la collaborazione economica.
  2. Rispetto per l’integrità territoriale dell’Ucraina: la comunità internazionale dovrebbe riconoscere l’integrità territoriale dell’Ucraina e fare pressione sulla Russia per rispettare i confini internazionali e ritirarsi dalla Crimea.
  3. Sanzioni e incentivi: le sanzioni economiche contro la Russia potrebbero essere utilizzate come un mezzo per fare pressione sulla Russia, mentre gli incentivi economici potrebbero essere utilizzati per promuovere la collaborazione economica tra l’Ucraina e la Russia.
  4. Mediazione internazionale: l’ONU o altri organismi internazionali potrebbero agire come mediatori nel conflitto, facilitando il dialogo tra le parti e aiutando a trovare una soluzione accettabile per entrambe le parti.
  5. Collaborazione regionale: la collaborazione regionale tra l’Ucraina e altri paesi vicini, come la Polonia e la Romania, potrebbe aiutare a stabilizzare la regione e a promuovere la stabilità economica e politica.

Cosa potrebbe accadere nel caso in cui la Russia dovesse perdere la guerra?

La Russia potrebbe affrontare una serie di conseguenze a livello nazionale e internazionale.

A livello nazionale, la perdita del controllo sulla Crimea e sulle regioni orientali dell’Ucraina potrebbe portare alla perdita di prestigio per il governo russo e alla diminuzione del sostegno popolare. Potrebbe anche aumentare la tensione interna in Russia, specialmente tra i gruppi nazionalisti e filorussi.

A livello internazionale, la Russia subirebbe ulteriori sanzioni economiche e politiche da parte della comunità internazional

e, come quelle attualmente in atto a seguito dell’annessione della Crimea. Queste sanzioni potrebbero avere un impatto significativo sull’economia russa e potrebbero portare a un aumento dell’isolamento diplomatico della Russia. Inoltre, la perdita della crisi in Ucraina potrebbe avere ripercussioni per la posizione della Russia in Europa e nel mondo. Potrebbe diminuire l’influenza della Russia nella regione e rendere più difficile il mantenimento delle sue ambizioni geopolitiche.

Nel caso in cui la Russia perdesse il conflitto il presidente Vladimir Putin sarebbe sicuramente accusato di crimini internazionali, come ad esempio crimini di guerra, crimini contro l’umanità e contro alcuni alti funzionari russi. Vladimir Putin diverrebbe oggetto di indagini da parte del Tribunale penale internazionale (ICC) o di altri tribunali internazionali. Tuttavia, la Russia non ha aderito al trattato che istituisce l’ICC, il che significa che non è automaticamente giurisdizione del tribunale.

Putin è davvero pronto ad usare armi nucleari?

Partiamo dicendo che Vladimir Putin potrebbe essere sadico ma non è uno stolto. L’uso di armi nucleari in qualsiasi conflitto rappresenterebbe una minaccia per l’umanità e andrebbe contro gli obblighi internazionali della Russia come parte del Trattato di Non Proliferazione nucleare. Inoltre, ci sono una serie di fattori che rendono altamente improbabile l’uso di armi nucleari da parte della Russia, tra cui la consapevolezza del pericolo che ciò rappresenterebbe per la propria sicurezza nazionale, la loro incapacità di utilizzare le armi nucleari in modo selettivo e il fatto che l’uso di armi nucleari rappresenterebbe un atto di aggressione estrema che potrebbe portare a una risposta militare da parte degli altri paesi.

I paesi che hanno armi nucleari sono nove: Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele (anche se quest’ultimo non ha ufficialmente dichiarato di possedere armi nucleari). Ci sono anche altri paesi che non hanno armi nucleari, ma che ospitano armi nucleari degli Stati Uniti attraverso accordi bilaterali di difesa o di deterrenza, come ad esempio Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia. Questi paesi non hanno il controllo effettivo sulle armi nucleari che ospitano e l’accesso alle armi è limitato all’interno di specifici accordi e protocolli.È importante notare che la maggior parte dei paesi ha aderito al Trattato di Non Proliferazione nucleare (NPT).

Cosa potrebbe accadere nel caso in cui l’Ucraina dovesse perdere la guerra?

La perdita della guerra dell’Ucraina rivolterebbe semplicemente la situazione mostrandoci il lato oscuro che tutti vorremmo scongiurare.

Una vittoria dei separatisti o della Russia potrebbe portare ad un aumento del conflitto e a una possibile frammentazione del paese o addirittura a fare tabula rasa di tutto con lo scopo di cancellare completamente ogni segno della porecedente esistenza Ucraina.

L’Ucraina subirebbe conseguenze economiche negative perderebbe la perdita ed il controllo dei territori orientali e delle risorse naturali presenti, come il carbone, l’acciaio e il gas naturale. Inoltre non ottenebbe più aiuti economici e politici, e potrebbe causare una maggiore marginalizzazione del paese nella comunità internazionale. In sintesi, una sconfitta dell’Ucraina potrebbe causare gravi conseguenze politiche, economiche e sociali per il paese e per la regione nel suo complesso.

Per quale motivo nessuno interviene attivamente e ferma questa guerra?

Esistono interessi economici e strategici, come ad esempio il controllo delle risorse naturali e delle rotte commerciali, che rendono difficile per i paesi interessati rinunciare alla propria influenza sulla regione. Ci sono anche questioni etniche e nazionalistiche, come la difesa degli interessi dei russi e dei russofoni in Ucraina. Infine, ci sono anche questioni legate alla sovranità nazionale e all’integrità territoriale degli Stati coinvolti, che possono impedire un intervento diretto da parte degli altri paesi.

Un altro motivo da non dimenticare è la paura di una terza guerra mondiale. Un fattore che influenza la situazione in Ucraina e la risposta dei paesi coinvolti. Il mondo ha vissuto molte crisi e conflitti internazionali dopo la Seconda guerra mondiale, senza che ciò abbia portato a una guerra globale. La comunità internazionale ha sviluppato istituzioni e meccanismi di dialogo e negoziazione che possono aiutare a prevenire la diffusione dei conflitti e promuovere una soluzione pacifica. Basterebbe soltanto che Vladimir Putin aprisse le porte al dialogo vero senza dire no a tutte le proposte solo per orgoglio o per interessi che porteranno solo morte e irrisolutezza.
Spero questo articolo vi abbia aiutato a capire meglio la situazione Russia-Ucraina. Qualora aveste domande o segnalazioni scrivetemi. Sarò lieto di scrivere e approfondire per voi gli argomenti di vostro interesse.

Antonio Cesario