Siamo oltre la 3ª guerra mondiale.Questa è la 4ª! La mia profezia.

Condividi
image_pdfimage_print

Viviamo in un’epoca definita “di crisi”. Una parola ricorrente, onnipresente, quasi familiare. Ma quella che era una semplice condizione economica o politica è diventata ormai panico, depressione diffusa, vulnerabilità. Proviamo a razionalizzare, a reagire, a trovare via di fuga, ma i media ci assediano ogni giorno con cronaca nera, catastrofi, guerre e ingiustizie. Il nostro secolo si sta rivelando instabile, pericoloso. Le tensioni sociali ci dividono, alimentano antichi pregiudizi, riportano in superficie forme di razzismo e odio mai del tutto sopiti. Le paure si moltiplicano, nutrite da una fiamma d’indifferenza che si propaga come petrolio sull’acqua. Le guerre, oggi come ieri, nascono da interessi economici, politici e territoriali. Il mondo è da sempre conteso, spartito, sfruttato. E ci stiamo avvicinando, inesorabilmente, a un nuovo punto di rottura.

L’attuale terza guerra mondiale

La terza guerra mondiale non si è mai ufficialmente dichiarata, ma si combatte ogni giorno. È una guerra globale, multiforme, che non si svolge solo con armi convenzionali ma con pressioni economiche, tecnologie, informazione. Eppure, lo scopo resta sempre lo stesso: il dominio. I grandi blocchi di potere – America, Russia, Cina, Giappone – si muovono da sempre come “salvatori”, pronti ad intervenire nelle crisi internazionali. Ma dietro la maschera dell’aiuto spesso si cela l’interesse. È un copione che si ripete: presenza costante in ogni conflitto, promesse di pace, ma poi investimenti, controllo, occupazione. Non si tratta di essere pro o contro una nazione: basta osservare i fatti con lucidità.

La nuova strategia di guerra

La strategia globale è cambiata, ma solo in apparenza. Oggi, le potenze mondiali si muovono come giocatori di Risiko: osservano, forniscono armi, rinforzano alleati deboli, attendono il momento del collasso per intervenire e poi “ricostruire”, ottenendo in cambio compensazioni economiche e influenza. La guerra non è più solo distruzione, ma un processo calcolato per consolidare potere. Gli Stati Uniti stanno progressivamente perdendo terreno, e nuove alleanze emergono. Ma le dinamiche di fondo restano identiche: la guerra è sempre un investimento mascherato da intervento umanitario.

Un paradosso plausibile

Immaginiamo uno scenario paradossale, ma non troppo lontano dalla realtà. L’Italia precipita in una crisi economica e politica irreversibile. Interviene la Germania, offrendo sostegno e finanziamenti. In cambio, l’Italia contrae un debito enorme, come accaduto con la Grecia. La Germania, per garantirsi il credito, ottiene titoli di Stato. Risultato? Parti del nostro Paese diventano, di fatto, proprietà tedesca. Perché non vendere anche il Colosseo, allora? O magari la Torre di Pisa – sono certo che troverebbero il modo di raddrizzarla definitivamente.

Formazione delle squadre

Il mondo si sta riorganizzando in blocchi sempre più definiti. America, Giappone ed Europa cercano accordi per rafforzare gli scambi e le difese comuni. Dall’altra parte, Russia, Cina e una parte dell’Africa costruiscono nuove alleanze. E in silenzio, lo Stato Islamico rimane vigile. Forse, nel caos, c’è anche qualcosa di buono: l’unione fa la forza, e avere alleati può fare la differenza in tempi difficili. Ma l’altro lato della medaglia è preoccupante. Aumentano i compromessi, si riduce la sicurezza alimentare, si aprono le porte a prodotti stranieri non sempre regolamentati. Le importazioni da paesi come Tunisia e Spagna stanno già alterando il nostro mercato, portando pesticidi e sostanze dannose che in alcuni luoghi sono ancora legali. Ci ritroveremo a mangiare, indossare e respirare ciò che non conosciamo. E con essi, nuove crisi sanitarie potrebbero nascere.

Come si svolgerà la quarta guerra mondiale?

La prossima guerra, se davvero ci sarà, potrebbe non sembrare una guerra nel senso classico. Si profilerà come un conflitto tra due grandi blocchi: l’Occidente unito da una parte, l’Oriente dall’altra. La Russia, nonostante la perdita di alcuni alleati chiave, riuscirà ad espandere la sua influenza. Nel frattempo, l’instabilità economica globale crescerà a dismisura, portando molti paesi al collasso. Politicamente, emergerà un nuovo equilibrio: gli Stati Uniti – o ciò che ne resterà – si autoproclameranno “arbitro mondiale”. Ma in un mondo ormai diviso, nessuno potrà più davvero ambire alla leadership assoluta. La quarta guerra mondiale sarà silenziosa, invisibile. Si combatterà con strumenti finanziari, informatici, psicologici. Le armi convenzionali diventeranno secondarie. Le fazioni opposte cercheranno di destabilizzarsi a vicenda fino a che una non crollerà. E forse nessuna si dichiarerà sconfitta.

Cari lettori, spero di non avervi spaventato troppo. Questo è solo uno scenario plausibile, non una profezia. Il futuro non è scritto. Tutto può cambiare, se siamo noi i primi a cambiare. Dobbiamo abbattere i muri dell’opinione imposta, superare le divisioni e unirci per una causa comune: la sopravvivenza della nostra umanità.

Alla prossima riflessione,

Antonio Cesario